Al Madarig
Incastonata
nel bellissimo golfo, ai piedi un’alta e aspra montagna ricca di lussureggiante
vegetazione denominata Monte Inici, la città degrada dolcemente verso il mare
sino alla penisoletta ove sorge il
castello, tra due magnifiche spiaggie di morbida sabbia.
L’intero abitato lo si
scopre in un unico, straordinario colpo d’occhio dal suo “Belvedere”, posto in
alto, sulla Strada Statale 187 che va verso Erice e San Vito Lo Capo, da qui
con una ripida serpentina si “plana” in città.
Questa annovera numerosi ed importanti
beni monumentali, segni precisi della storia di Castellammare del Golfo, per la
visita dei quali proponiamo un breve itinerario. Giunti in città dalla Via
Crispi, si imbocca a destra il Corso Garibaldi, l’asse longitudinale principale
dove, dopo quattrocento metri sulla destra, c’è la casa di Pietro Asaro, la cui
facciata una lapide ricorda che in quella dimora soggiorno Giuseppe
Garibaldi, l’eroe dei due mondi. Ancora
più avanti, dopo un centinaio di metri, sulla sinistra, prospetta l’elegante Chiesa
di S. Antonio da Padova che conserva un bell’altare dedicato al santo stesso ed
un pregevole organo del 1902. Ancora sul Corso Garibaldi, a sinistra, nella
parte terminale, la piccola Chiesa del Purgatorio: incerta la data della sua
costruzione, ma si sa che essa esisteva già nel XVII secolo. Nel suo interno,
caratterizzato da cinque altari, sono conservate alcune belle tele del
XVII e XVIII secolo.
In fondo al Corso Garibaldi, girando a destra
per Piazza Matrice, ecco ancora la settecentesca Chiesa Madre, costruita su una
preesistente chiesa del XVI secolo. Dedicato al culto di Maria Santissima del
Soccorso, l’edificio è caratterizzato, all’esterno, da una bella facciata,
opera dell’architetto e pittore milanese
Giuseppe Mariani. L’interno, a tre navate preceduto da un vestibolo con
organo, è arricchito da decorazioni e marmi: di grande pregio gli affreschi
sulla volta centrale, opere eseguite nel 1768 dal pittore Giuseppe Tresca e dal
suo allievo Giuseppe Velasco. Di grande rilievo, ancora, un Crocifisso con
Apostoli realizzato nel 1650 da Orazio Ferraro e, a sinistra dell’altare
maggiore, uno splendido simulacro in maiolica della Madonna del Soccorso,
ascritta, da alcuni studiosi, alla scuola di Luca della Robbia. Dalla Matrice
si imbocca, quindi, sulla destra, la Via Ponte del Castello, dove, subito dopo
il ponte, nelle mura del castello stesso, è la bella Chiesetta del Rosario,
comunemente detta “Madonna di l’agnuni”.
Se incerta è la data della sua edificazione, alcuni pensano sia stata edificata
nel 1093 dai Normanni, ma di sicuro esisteva già dal 1432, nota è quella della
costruzione del suo bel portale, cinquecentesco, arricchito nel timpano da un
bassorilievo marmoreo del Gagini, raffiguranti la Madonna col Bambino;
all’interno è conservata una pregevole statua lignea raffigurante la Madonna
del Rosario.
La via Ponte Castello termina, quindi, nella spianata ove sorge il
fortilizio, posto su un piccolo promontorio ed aggregato al primo nucleo del
paese costituito da piccole casette di pescatori. Il geografo arabo Idrisi,
vissuto al tempo del Conte Ruggero, è il primo a darcene notizia: “Nessun castello è più di sito,
riferisce, ne meglio per la costruzione
che questo qui, cui cinge intorno al fosso tagliato nella montagna. Si entra nel castello per un ponte di legno
che si leva si mette come si vuole”. L’attuale possente costruzione del
Castello a mare fu edificata dai Saraceni sulle rovine di precedenti
fortificazioni, ed in seguito ampliata e rafforzata dai Normanni e Svevi, tanto
da divenire la più importante fortezza della Sicilia Occidentale.
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Finita la visita ai musei del castello,
continuiamo il nostri itinerario, per la via Ponte Castello, si gira a destra
per la scalinata che porta alla Cala Marina, dove si può ammirare il castello
dal lato mare e la Chiesa di Maria SS. Annunziata, nota già nel 1590. Si
ritorna, quindi, sul Corso Garibaldi e, passando per i Quattro Canti, nucleo della vita sociale, culturale e politica
della città, ci si mette a destra su Corso Mattarella, dove si incontra a
sinistra il complesso dell’ex Chiesa di Maria SS. degli Agonizzanti e del Convento dei PP. Crociferi, risalente
nel suo primo impianto al 1659. L’edificio, oggi, è adibito a sede del
Municipio e a Centro Culturale Polivalente. Proseguendo sul Corso Mattarella si raggiunge la graziosa Villa Comunale nei
pressi della quale, nella omonima piazza, sorge un altro edificio sacro,
la Chiesa di Maria SS. delle Grazie, risalente al XVII secolo
circa. Nel suo interno, una bella icona in marmo con una pittura su lavagna,
raffigurante la Madonna con Bambino, risalente al 1700 e da alcuni attribuita a
Pietro Novelli. La via Roma, prospiciente la Piazza Madonna delle Grazie,
incrocia nella parte alta del paese la via F. Crispi che si dovrà imboccare a
destra per raggiungere un ulteriore edificio sacro, la Chiesa di San Giuseppe,
una costruzione del 1885. Molti altri sono, nel centro storico e nelle
immediate adiacenze, gli edifici che meritano una visita.
Il castello oggi e’
stato restaurato, e non soltanto in senso fisico. Dell’antica struttura è stato
restaurato il concetto di “protezione”, l’idea della “salvaguardia” che adesso,
abbattendo ogni ponte levatoio immaginario, si apre al mondo esterno svelando
la natura generosa di un’intera cittadina: oggi il maniero è un polo museale
con il compito di tramandare “La Memoria del Mediterraneo”. Il Monumento,
simbolo storico dell’identità della cittadina, è stato adibito alla
conservazione del patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico della
città e del suo territorio, articolato in ben quattro sezioni, come punti
cardinali imprescindibili per orientarsi al meglio nella conoscenza della
Sicilia più vera e sincera. Al suo interno, per iniziare, si può visitare
il Museo dell’Acqua dei Mulini che prende le sue mosse dal progetto ARAMIS,
progetto europeo per lo studio e la valorizzazione di architetture idrauliche
nel Bacino del Mediterraneo, che, più che fisico reale, deve meglio intendersi
come progetto concettuale dato che è suo scopo, con la ricerca e lo studio,
mettere in evidenza, oltre la matericità delle costruzioni, la stretta
relazione tra uomo e macchina, tra sviluppo di questa e sviluppo del primo. In
questa sezione del polo museale, anche mediante l’ausilio di tecnologie
multimediali (video, diapositive, testi e foto) di impatto sull’immaginario e
sulla memoria collettiva dei fruitori, sono esposti differenti attrezzi delle
tecniche agricole e dei modi di vivere antichi del territorio.
Connesso con il
Museo dell’Acqua e dei Mulini e’ il Museo
“Annalisa Buccellato”, le cui sale conservano oggetti di uso quotidiano per
quello che furono fabbri, calzolai, muratori, falegnami, bottai e concia
piatti di un tempo. E insieme con i loro
ferri del mestiere, anche gli utensili necessari alla coltivazione dei campi,
per lo più seminati a cereali, tra cui non mancano gli attrezzi per la
coltivazione della vite e dell’ulivo. Il Museo
Archeologico presenta ai visitatori, tra altro, i ceppi ancora e le anfore
da trasporto risalenti al periodo romano, a testimonianza del fatto che il sito
e’ stato l’importantissimo Emporio
Segestano di cui hanno parlato grandi storici del passato (Tucidide,
Strabone, Cluverio), fino a Pietro Lomgo che spiega “…. il sito di esso senza meno era quello istesso che al presente viene
occupato dalla terra di Castello a Mare del Golfo; che un tempo dicevasi Seno
Egestano, distante da Segesta circa cinquemila passi verso il Settentrione,
poco lungi dalla foce del fiume Crimiso”. Ovviamente, le memorie mediterranee
non possono prescindere dalla tradizioni legate alla pesca e alla navigazione
cui è dedicata l’intera sezione del Museo
della Attività Marinare. Al suo interno, un interessante collezione di
attrezzi per la pesca del tonno e strumenti per la navigazione. Alla pesca del
tonno è legata buona parte delle tradizioni locali, e per meglio spiegare
quanto debba a questo argenteo pesce la gente di Sicilia, nel museo è stata
allestita un sezione contenente pannelli illustrativi con foto, disegni, mappe
e relazioni, soprattutto per spiegare il più chiaramente possibile l’ingegneria
della tonnara, la sua geniale costruzione che ha avuto in epoca araba la sua
definitiva omologazione. Per le ricette sui mille modi di cucinare il tonno
qualunque donna siciliana è in grado di darvi informazioni utilissime!.
Completano il polo museale una.
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