martedì 12 marzo 2013

Castellammare del Golfo Castello a Mare Antico Emporio Segestano


Al Madarig


Incastonata nel bellissimo golfo, ai piedi un’alta e aspra montagna ricca di lussureggiante vegetazione denominata Monte Inici, la città degrada dolcemente verso il mare sino alla penisoletta  ove sorge il castello, tra due magnifiche spiaggie di morbida sabbia.
L’intero abitato lo si scopre in un unico, straordinario colpo d’occhio dal suo “Belvedere”, posto in alto, sulla Strada Statale 187 che va verso Erice e San Vito Lo Capo, da qui con una ripida serpentina si “plana” in città. 

Questa annovera numerosi ed importanti beni monumentali, segni precisi della storia di Castellammare del Golfo, per la visita dei quali proponiamo un breve itinerario. Giunti in città dalla Via Crispi, si imbocca a destra il Corso Garibaldi, l’asse longitudinale principale dove, dopo quattrocento metri sulla destra, c’è la casa di Pietro Asaro, la cui facciata una lapide ricorda che in quella dimora soggiorno Giuseppe Garibaldi,  l’eroe dei due mondi. Ancora più avanti, dopo un centinaio di metri, sulla sinistra, prospetta l’elegante Chiesa di S. Antonio da Padova che conserva un bell’altare dedicato al santo stesso ed un pregevole organo del 1902. Ancora sul Corso Garibaldi, a sinistra, nella parte terminale, la piccola Chiesa del Purgatorio: incerta la data della sua costruzione, ma si sa che essa esisteva già nel XVII secolo. Nel suo interno, caratterizzato da cinque altari, sono conservate alcune belle tele del XVII  e XVIII secolo. 

In fondo al Corso Garibaldi, girando a destra per Piazza Matrice, ecco ancora la settecentesca Chiesa Madre, costruita su una preesistente chiesa del XVI secolo. Dedicato al culto di Maria Santissima del Soccorso, l’edificio è caratterizzato, all’esterno, da una bella facciata, opera dell’architetto e pittore milanese  Giuseppe Mariani. L’interno, a tre navate preceduto da un vestibolo con organo, è arricchito da decorazioni e marmi: di grande pregio gli affreschi sulla volta centrale, opere eseguite nel 1768 dal pittore Giuseppe Tresca e dal suo allievo Giuseppe Velasco. Di grande rilievo, ancora, un Crocifisso con Apostoli realizzato nel 1650 da Orazio Ferraro e, a sinistra dell’altare maggiore, uno splendido simulacro in maiolica della Madonna del Soccorso, ascritta, da alcuni studiosi, alla scuola di Luca della Robbia. Dalla Matrice si imbocca, quindi, sulla destra, la Via Ponte del Castello, dove, subito dopo il ponte, nelle mura del castello stesso, è la bella Chiesetta del Rosario, comunemente detta Madonna di l’agnuni. Se incerta è la data della sua edificazione, alcuni pensano sia stata edificata nel 1093 dai Normanni, ma di sicuro esisteva già dal 1432, nota è quella della costruzione del suo bel portale, cinquecentesco, arricchito nel timpano da un bassorilievo marmoreo del Gagini, raffiguranti la Madonna col Bambino; all’interno è conservata una pregevole statua lignea raffigurante la Madonna del Rosario. 


La via Ponte Castello termina, quindi, nella spianata ove sorge il fortilizio, posto su un piccolo promontorio ed aggregato al primo nucleo del paese costituito da piccole casette di pescatori. Il geografo arabo Idrisi, vissuto al tempo del Conte Ruggero, è il primo a darcene notizia: “Nessun castello è più di sito, riferisce, ne meglio per la costruzione che questo qui, cui cinge intorno al fosso tagliato nella montagna. Si entra nel castello per un ponte di legno che si leva si mette come si vuole”. L’attuale possente costruzione del Castello a mare fu edificata dai Saraceni sulle rovine di precedenti fortificazioni, ed in seguito ampliata e rafforzata dai Normanni e Svevi, tanto da divenire la più importante fortezza della Sicilia Occidentale. 

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Finita la visita ai musei del castello, continuiamo il nostri itinerario, per la via Ponte Castello, si gira a destra per la scalinata che porta alla Cala Marina, dove si può ammirare il castello dal lato mare e la Chiesa di Maria SS. Annunziata, nota già nel 1590. Si ritorna, quindi, sul Corso Garibaldi e, passando per i Quattro Canti, nucleo della vita sociale, culturale e politica della città, ci si mette a destra su Corso Mattarella, dove si incontra a sinistra il complesso dell’ex Chiesa di Maria SS. degli Agonizzanti  e del Convento dei PP. Crociferi, risalente nel suo primo impianto al 1659. L’edificio, oggi, è adibito a sede del Municipio e a Centro Culturale Polivalente. Proseguendo sul Corso Mattarella  si raggiunge la graziosa Villa Comunale nei pressi della quale, nella omonima piazza, sorge un altro edificio sacro, la  Chiesa di Maria  SS. delle Grazie, risalente al XVII secolo circa. Nel suo interno, una bella icona in marmo con una pittura su lavagna, raffigurante la Madonna con Bambino, risalente al 1700 e da alcuni attribuita a Pietro Novelli. La via Roma, prospiciente la Piazza Madonna delle Grazie, incrocia nella parte alta del paese la via F. Crispi che si dovrà imboccare a destra per raggiungere un ulteriore edificio sacro, la Chiesa di San Giuseppe, una costruzione del 1885. Molti altri sono, nel centro storico e nelle immediate adiacenze, gli edifici che meritano una visita.               

IL CASTELLO – POLO MUSEALE

Il castello oggi e’ stato restaurato, e non soltanto in senso fisico. Dell’antica struttura è stato restaurato il concetto di “protezione”, l’idea della “salvaguardia” che adesso, abbattendo ogni ponte levatoio immaginario, si apre al mondo esterno svelando la natura generosa di un’intera cittadina: oggi il maniero è un polo museale con il compito di tramandare “La Memoria del Mediterraneo”. Il Monumento, simbolo storico dell’identità della cittadina, è stato adibito alla conservazione del patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico della città e del suo territorio, articolato in ben quattro sezioni, come punti cardinali imprescindibili per orientarsi al meglio nella conoscenza della Sicilia  più vera e sincera.  Al suo interno, per iniziare, si può visitare il Museo dell’Acqua dei Mulini che prende le sue mosse dal progetto ARAMIS, progetto europeo per lo studio e la valorizzazione di architetture idrauliche nel Bacino del Mediterraneo, che, più che fisico reale, deve meglio intendersi come progetto concettuale dato che è suo scopo, con la ricerca e lo studio, mettere in evidenza, oltre la matericità delle costruzioni, la stretta relazione tra uomo e macchina, tra sviluppo di questa e sviluppo del primo. In questa sezione del polo museale, anche mediante l’ausilio di tecnologie multimediali (video, diapositive, testi e foto) di impatto sull’immaginario e sulla memoria collettiva dei fruitori, sono esposti differenti attrezzi delle tecniche agricole e dei modi di vivere antichi del territorio. 


Connesso con il Museo dell’Acqua e dei Mulini e’ il Museo “Annalisa Buccellato”, le cui sale conservano oggetti di uso quotidiano per quello che furono fabbri, calzolai, muratori, falegnami, bottai e concia piatti  di un tempo. E insieme con i loro ferri del mestiere, anche gli utensili necessari alla coltivazione dei campi, per lo più seminati a cereali, tra cui non mancano gli attrezzi per la coltivazione della vite e dell’ulivo. Il Museo Archeologico presenta ai visitatori, tra altro, i ceppi ancora e le anfore da trasporto risalenti al periodo romano, a testimonianza del fatto che il sito e’ stato l’importantissimo Emporio Segestano di cui hanno parlato grandi storici del passato (Tucidide, Strabone, Cluverio), fino a Pietro Lomgo che spiega “…. il sito di esso senza meno era quello istesso che al presente viene occupato dalla terra di Castello a Mare del Golfo; che un tempo dicevasi Seno Egestano, distante da Segesta circa cinquemila passi verso il Settentrione, poco lungi dalla foce del fiume Crimiso”. Ovviamente, le memorie mediterranee non possono prescindere dalla tradizioni legate alla pesca e alla navigazione cui è dedicata l’intera sezione del Museo della Attività Marinare. Al suo interno, un interessante collezione di attrezzi per la pesca del tonno e strumenti per la navigazione. Alla pesca del tonno è legata buona parte delle tradizioni locali, e per meglio spiegare quanto debba a questo argenteo pesce la gente di Sicilia, nel museo è stata allestita un sezione contenente pannelli illustrativi con foto, disegni, mappe e relazioni, soprattutto per spiegare il più chiaramente possibile l’ingegneria della tonnara, la sua geniale costruzione che ha avuto in epoca araba la sua definitiva omologazione. Per le ricette sui mille modi di cucinare il tonno qualunque donna siciliana è in grado di darvi informazioni utilissime!. Completano il polo museale una.









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